SIO         

Loading

A review of new insights on the association between hearing loss and cognitive decline in ageing

Ipoacusia e declino cognitivo: revisione della letteratura

S. Fortunato1, F. Forli1, V. Guglielmi2, E. De Corso3, G. Paludetti3, S. Berrettini1, A.R. Fetoni3

1 Otolaryngology Audiology and Phoniatric Unit, University of Pisa, Pisa, Italy; 2 Department of Neuroscience, Institute of Neurology, Catholic University of the Sacred Heart, Rome, Italy; 3 Department of Head and Neck Surgery - Otorhinolaryngology, Catholic University of the Sacred Heart, Rome, Italy

FULL TEXT - PDF DOCUMENT

Summary

Age-related hearing loss (ARHL) has a multifactorial pathogenesis and it is an inevitable hearing impairment associated with reduction of communicative skills related to ageing. Increasing evidence has linked ARHL to more rapid progression of cognitive decline and incidental dementia. Many aspects of daily living of elderly people have been associated to hearing abilities, showing that hearing loss (HL) affects the quality of life, social relationships, motor skills, psychological aspects and function and morphology in specific brain areas. Epidemiological and clinical studies confirm the assumption of a relationship between these conditions. However, the mechanisms are still unclear and are reviewed herein. Long-term hearing deprivation of auditory inputs can impact cognitive performance by decreasing the quality of communication leading to social isolation and depression and facilitate dementia. On the contrary, the limited cognitive skills may reduce the cognitive resources available for auditory perception, increasing the effects of HL. In addition, hearing loss and cognitive decline may reflect a ‘common cause’ on the auditory pathway and brain. In fact, some pathogenetic factors are recongised in common microvascular disease factors such as diabetes, atherosclerosis and hypertension. Interdisciplinary efforts to investigate and address HL in the context of brain and cognitive ageing are needed. Surprisingly, few studies have been adressed on the effectiveness of hearing aids in changing the natural history of cognitive decline. Effective interventions with hearing aids or cochlear implant may improve social and emotional function, communication, cognitive function and positively impact quality of life. The aim of this review is to overview new insights on this challenging topic and provide new ideas for future research.

Riassunto

La perdita dell’udito legata all’età o presbiacusia è un deficit correlato al processo irreversibile di invecchiamento che riconosce una patogenesi multifattoriale. Crescenti osservazioni hanno collegato la presbiacusia a una rapida progressione del declino cognitivo e incidentalmente con la demenza. Molti aspetti della vita quotidiana degli anziani sono stati collegati alle loro capacità uditive, mostrando che la perdita uditiva incide sulla qualità della vita, i rapporti sociali, le capacità motorie, gli aspetti psicologici, la funzione e la morfologia di specifiche aree cerebrali. Studi epidemiologici e clinici confermano l’ipotesi di un legame tra queste condizioni e questo lavoro ha lo scopo di fare il punto sui meccanismi patogenetici che sostengono tale associazione. Lo sforzo di un lavoro congiunto tra otorinolaringoiatri, audiologi, neurologi e cognitivisti è quello di chiarire gli aspetti comuni, le possibilità di diagnosi e di intervento precoce al fine di ridurre gli effetti dell’uno sull’altro di questi processi degenerativi. Le osservazioni sperimentali e cliniche si concentrano su differenti aspetti: in primo luogo la deprivazione uditiva per lungo tempo può avere un impatto negativo sulle prestazioni cognitive diminuendo la qualità della comunicazione che porta all’isolamento sociale e la depressione e quindi facilitare la demenza. Al contrario, le capacità cognitive limitate possono ridurre le risorse cognitive disponibili per la percezione uditiva, aumentando così gli effetti della perdita dell’udito. Inoltre, questa associazione può rappresentare la conseguenza di una ‘causa comune’ nella patogenesi del deficit uditivo e del sistema nervoso centrale. Infatti, molti dei fattori eziopatogenetici sono comuni, quali le cause microvascolari della malattia (es. diabete, aterosclerosi, ipertensione). La sfida di questi anni è quella di aumentare le conoscenze sui rapporti tra invecchiamento cerebrale e cognitivo ed ipoacusia, grazie anche ai progressi del neuroimaging. Sorprendentemente pochi dati sono stati pubblicati sull’utilità delle protesi acustiche nel cambiare la storia naturale di declino cognitivo. La protesizzazione e gli impianti cocleari possono migliorare le attività sociali e la sfera emotiva, la comunicazione e quindi più in generale la funzione cognitiva, con un globale impatto positivo sulla qualità della vita. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire le informazioni attualmente disponibili in letteratura su rapporto tra declino cognitivo e deficit uditivo nell’anziano, fornendo nuovi spunti di ricerca per il futuro.