Learning curve in diagnostic and interventional sialendoscopy for obstructive salivary diseases
Curva di apprendimento nella scialoendoscopia diagnostica e interventistica per le patologie salivari ostruttive
P. Farneti1, G. Macrì2, G. Gramellini2, M. Ghirelli3, F. Tesei3, E. Pasquini3
1 Department of Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine, Dimes, Bologna University Medical School, Ear, Nose and Throat Unit of “Sant’Orsola-Malpighi” Hospital, Bologna, Italy; 2 Ear, Nose and Throat Unit of “Sant’Orsola-Malpighi” Hospital, Bologna, Italy; 3 Ear, Nose and Throat Metropolitan Unit, Surgical Department, AUSL Bologna, Italy
Summary
Sialendoscopy is a new diagnostic and surgical tool for management of salivary gland diseases that offers the opportunity to treat selected pathologies less invasively and with better results compared to previous techniques. As with any new technique, an adequate training programme involving a gradual learning curve is mandatory to quickly obtain results similar to those reported in the literature. This includes an appropriate diagnostic programme, correct patient selection and knowledge of possible pitfalls. In this retrospective study, the outcomes of the first 141 procedures (74 on the parotid gland and 67 on the submandibular gland) performed with this technique in our Department from 2009 to 2013 were compared with those reported in the literature. Patients were divided into three groups: Group A (the first 49 procedures performed), Group B (the next 50 procedures), and Group C (the last 42 procedures). There were no statistically significant differences relative to mean procedure times, recurrence of symptomatology after treatment, need for further treatments and rates of minor complications between groups. No major complications were seen. The increase in experience resulted in an increased number of interventional sialendoscopies performed under local anaesthesia instead of general anaesthesia (51% vs 18% vs 14%). In only three of 130 glands treated (2.3%) was gland resection required. We also evaluated which technique had been used for stone removal and rate of failure, which was similar in all groups (13.6% vs 15% vs 15%). Our results do not substantially differ from those reported in the literature. Initial difficulties in catheterising the papilla could be overcome with practise on fresh human specimens or fresh pig heads. Lack of precision regarding diagnostic imaging techniques was remedied by improving the competence of the surgeon in performing pre- and postoperative ultrasound. The creation of specialised centres capable of treating up to 1 to 2 million people would be desirable in order to better stratify pathologies, validate the investment in equipment and gain the necessary experience in the various surgical techniques.
Riassunto
La scialoendoscopia è un nuovo strumento diagnostico e chirurgico che offre l’opportunità di trattare alcune patologie delle ghiandole salivari con procedure non invasive e con risultati potenzialmente superiori alle precedenti tecniche. Come per tutte le nuove tecniche, per raggiungere rapidamente risultati paragonabili a quelli riportati in letteratura, è indispensabile un corretto programma di formazione che segua una graduale curva di apprendimento. Questo include un appropriato programma diagnostico, una corretta selezione dei pazienti e la conoscenza delle possibili insidie operatorie. Abbiamo eseguito uno studio retrospettivo confrontando le prime 141 procedure (74 parotidee e 67 sottomandibolari) eseguite con questa tecnica nel nostro Dipartimento dal 2009 al 2013 con analoghe esperienze riportate in letteratura. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi: Gruppo A (le prime 49 procedure effettuate), gruppo B (le successive 50), Gruppo C (le ultime 42 procedure effettuate). Fra i tre gruppi non sono state evidenziate differenze statisticamente significative nei tempi medi di durata delle procedure, nella percentuale di ricorrenza della sintomatologia dopo il trattamento, nel numero di pazienti che hanno necessitato di più trattamenti e nell’incidenza di complicanze minori. Non sono state riportate complicanze maggiori. Con l’acquisizione di una maggiore esperienza da parte dei chirurghi si è evidenziato un progressivo calo del numero di interventi eseguiti in anestesia generale rispetto a quelli in anestesia locale (51% vs 18% vs 14%). Solo in tre casi su 130 ghiandole trattate (2.3%) è stato necessario eseguire un’asportazione ghiandolare. Per i calcoli salivari è stato valutato il tipo di tecnica utilizzato per l’estrazione e la percentuale d’insuccesso che era analoga nei tre gruppi (13.6% vs 15% vs 15%). I nostri risultati non differiscono sostanzialmente da quelli riportati in letteratura. Abbiamo risolto la difficoltà iniziale nella cateterizzazione del dotto con esercizi chirurgici su cadavere o su teste di maiale. La mancanza di precisione degli strumenti diagnostici radiologici può essere migliorata autonomizzando il chirurgo nell’esecuzione delle ecografie pre e post-operatorie. Viene infine sottolineata l’opportunità di creare dei centri di scialoendoscopia con un bacino di utenza di circa 1 o 2 milioni di abitanti in modo da concentrare le patologie, far fronte agli elevati costi della strumentazione necessaria e poter guadagnare la necessaria esperienza nelle gestione delle varie tecniche chirurgiche.