Stretching stenoses of the external auditory canal: a report of four cases and brief review of the literature
“Stretching” della stenosi del condotto uditivo esterno: una serie di casi dopo una breve revisione della letteratura
G. Tirelli, L. Nicastro, A. Gatto, F. Boscolo Nata
ENT Clinic, Head and Neck Department, University of Trieste, Italy
Summary
Acquired stenosis of the external auditory canal may be caused by a variety of insults, all sharing a common pathogenesis, namely a cascade of inflammatory changes leading to medial canal fibrosis. Previous surgery (canaloplasty or meatoplasty) and radiotherapy, especially if associated with a history of parotid surgery extended to the external auditory canal, have been implicated as possible causes. The literature offers advice on the management of stenosis consequent to otosurgery for congenital and acquired defects, but nothing on forms secondary to radiotherapy to the head and neck region. The proposed solutions are often cumbersome and difficult to fabricate, and therefore expensive. The aim of this paper, in which the cases of four patients are reported, is to present a new technique initially used for the most severe form – i.e. external auditory canal stenosis after surgery and radiotherapy – and then extended to forms due to different causes. This new technique involves the use of a series of surgical steel tubes of increasing dimension commonly used for tissue expansion in a body piercing practice called stretching and known as ear stretching tunnels or ear stretchers. This innovative approach proved effective in solving external auditory canal stenosis in our patients, with the least discomfort for the patient and the lowest cost. We consider this new solution to be feasible and practical and are convinced that it provides a new approach to an old problem. Further studies are needed to increase the number of clinical cases to verify how long the ear stretcher should be kept in place for the stenosis to stabilise, and to establish whether surgery is always necessary after ear stretcher application and, if so, the best timing for surgery.
Riassunto
La stenosi acquisita del condotto uditivo esterno (CUE) può essere causata da molti insulti con una patogenesi comune che è rappresentata da una cascata di alterazioni infiammatorie che portano alla fibrosi della porzione mediale del condotto. Un precedente intervento chirurgico, cioè canoloplastica o meatoplastica e la radioterapia (RT), soprattutto se associata con precedente chirurgia parotidea estesa al CUE, sono state messe in relazione a questo problema. In Letteratura abbiamo trovato consigli su come gestire le stenosi conseguenti a otochirurgia per difetti congeniti e acquisiti, ma nulla per quelle secondarie a radioterapia applicata al distretto testa e collo; le soluzioni proposte, spesso non sono maneggevoli e sono difficili da fabbricare, perciò sono costose. Il nostro obiettivo è quello di presentare, attraverso l’esposizione dei casi di quattro pazienti, un nuovo metodo utilizzato per la prima volta per la condizione peggiore, ovvero stenosi del condotto uditivo esterno dopo intervento chirurgico e radioterapia, e poi esteso anche alla stenosi di origine diversa. Questa nuova tecnica utilizza una serie di tubi di acciaio chirurgico di diametro crescente solitamente usati in una pratica di espansione cutanea del body piercing chiamata “stretching” e conosciuti come “ear stretching tunnels” o “ear stretchers”. Questo approccio innovativo si è dimostrato efficace nel risolvere la stenosi del condotto uditivo esterno nei nostri pazienti, con il più basso costo e il minimo disagio per il paziente. Pensiamo che questa nuova soluzione sia pratica e dimostri come il contributo di tutti sia essenziale nella ricerca di nuovi approcci a vecchi problemi. Ulteriori studi sono necessari per aumentare il numero di casi clinici, per verificare quanto tempo lo “stretcher” debba essere mantenuto in sede ovvero in quanto tempo la stenosi si stabilizza, in modo da definire se l’intervento sia sempre necessario dopo l’applicazione dello “stretcher” e quale sia il momento giusto per effettuarlo.