Grafting in revision rhinoplasty
Gli innesti nella rinoplastica di revisione
M. Bussi, F. Palonta, S. Toma
Department of Otorhinolaryngology, San Raffaele Hospital and Vita-Salute University, Milan, Italy
Summary
Rhinoplasty is one of the most difficult aesthetic surgery procedures with a high rate of revision. In revision rhinoplasty the surgeon should explore the patient’s concerns and then verify the possibility to satisfy expectations after complete internal and external examination of the nose. For the vast majority of complex secondaries, an open approach is the only reasonable method. In fact, in secondary nasal surgery, because of the scarring process following the primary operation, dissection is tedious, and landmarks are lost. One of the main objectives for the surgeon who approaches secondary rhinoplasty is to restore the structural support of the nose and to replace the lost volume of soft tissues. To achieve this purpose, the surgeon must often rely on grafts. An ideal grafting material must be easy to sculpt, resistant to trauma, infection and extrusion, mechanically stable, inert and readily available. For all these reasons, autogenous cartilage grafts harvested from septum, auricular concha and rib represent the first choice in rhinoplasty. In order to obtain a camouflage graft that provides natural contouring to the nose, temporalis fascia can be used. All these carefully trimmed grafts are useful in tip revision surgery, in secondary surgery of the dorsum and to resolve or reduce functional problems.
Riassunto
La rinoplastica è una delle procedure più complesse della chirurgia estetica e pertanto risulta gravata da un alto tasso di revisioni. Nella rinoplastica di revisione il chirurgo deve indagare le preoccupazioni del paziente e quindi verificare la possibilità di soddisfarne le aspettative con un’accurata valutazione pre-operatoria estetica e funzionale del naso. Nella maggioranza dei casi di rinoplastiche secondarie, l’approccio aperto risulta l’unico ragionevole. Infatti i processi di cicatrizzazione successivi al primo intervento rendono la dissezione difficoltosa e non consentono una facile identificazione dei reperi anatomici. Uno degli obiettivi principali del chirurgo che approccia la rinoplastica secondaria è il ripristino del supporto strutturale del naso per restituire il volume perso dai tessuti molli. Per raggiungere tale scopo spesso il chirurgo deve affidarsi a innesti. L’innesto ideale deve essere facile da scolpire, resistente a traumi, infezioni ed estrusioni, meccanicamente stabile, inerte e facilmente prelevabile. Per questi motivi, gli innesti di cartilagine autologa prelevati dal setto, dalla conca auricolare e dalla costa, rappresentano la prima scelta in rinoplastica. Inoltre la fascia temporale risulta utile per ottenere un effetto di ”camouflage” degli innesti conferendo un aspetto più naturale al naso. Tutti questi innesti, adeguatamente preparati e rifiniti sulla base delle specifiche esigenze, trovano largo impiego nella chirurgia di revisione della punta e del dorso e nel risolvere o ridurre eventuali problemi funzionali.