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Hybrid rhinoplasty: beyond the dichotomy of rhinoplasty techniques

La rinoplastica ibrida: oltre la dicotomia chiusa/aperta negli approcci della rinoplastica

P. Palma1, I. Khodaei2, D. Bertossi3, I. Vasilenko4, A. AlQahtani1 5, S. Alaa Shawkat1, D. Wills Villarraga6

1 Department of ORL/HNS, University of Insubria, Varese, Italy; Private practice, Milan; 2 Department of ORL/ HNS, Ghaem Hospital, Karaj, Iran; 3 Department of Surgery, Section of Oral and Maxillo-Facial Surgery, University of Verona, Italy; 4 Federal Center of Otorhinolaryngology, Moscow, Russian Federation; 5 Department of Otorhinolaryngology, Riyadh Military Hospital, Riyadh, Saudi Arabia; 6 Department ORL/HNS, Hospital Universitario Príncipe de Asturias, Alcalá de Henares, Madrid, Spain

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Summary

Although rhinoplasty and the development of facial aesthetic criteria can be traced to several millennia, contemporary techniques have passed through a rapid evolutionary process in the past century 1 2. Although understanding human anatomy and the consequences of surgical excision occupied the minds of the founders of rhinoplasty, the process moved towards preservation of supporting structures, and maintaining the physiological functions of the nose. Initially, this endonasal approach created its own series of problems due to excessive tissue removal. External rhinoplasty provided a new impetus for growth in this field, and since its inception, has swung the pendulum of reconstruction firmly into its own sphere of influence. However, as no rhinoplasty technique holds all the answers, hybrid rhinoplasty seeks to combine the best achievements of 20th century rhinoplasty, from all schools of thought, in order to provide a safe, sensible and planned approach to the most demanding operation for the facial plastic surgeon.

Riassunto

Le tecniche di rinoplastica hanno conosciuto un’evoluzione tumultuosa nel corso degli ultimi due decenni del ventesimo secolo. Se nella mente dei fondatori della rinoplastica la comprensione delle basi anatomiche e delle conseguenze delle escissioni chirurgiche occupò un posto preminente, negli ultimi decenni del secolo scorso hanno avuto grande rilievo i concetti finalizzati alla preservazione delle strutture di sostegno allo scopo di mantenere la funzione ventilatoria del naso. La rinoplastica fino agli ’80 del secolo scorso è stata prevalentemente approcciata con tecnica chiusa, e gli aspetti escissionali vi giocavano un ruolo prevalente. L’avvento della tecnica aperta ha avuto il grande merito di migliorare le conoscenze anatomiche e di inserire, sia in termini sia concettuali sia di tecnica operatoria, fondamentali elementi di ricostruzione del supporto indebolito dale manovra chirurgiche. Nessuno dei due approcci é scevro da limiti nè contiene le risposte alle domande di un intervento di per sé unico e diverso da caso a caso. La rinoplastica ibrida, fondata sull’uso flessibile delle tecniche rese popolari dalla tecnica aperta – in primis suture e innesti – ma attuate per via endonasale, può essere il punto d’incontro delle due scuole di pensiero, essendo finalizzata ad un approccio “su misura” a quella che rappresenta la più complessa procedura della chirurgia plastica facciale.