The use and role of the Ambulatory Phonation Monitor (APM) in voice assessment
Ruolo e utilizzo clinico dell’Ambulatory Phonation Monitor (APM) nella gestione della voce
A. Nacci, B. Fattori, V. Mancini, E. Panicucci1, F. Ursino, F.M. cartaino, S. Berrettini
ENT, Audiology and Phoniatric Unit, Department of Neurosciences, University of Pisa, Italy; 1 Department of Experimental Pathology, University of Pisa, Italy
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Summary
Vocal load plays a significant role in the aetiology of voice disorders and influences the response to treatment. For this reason, many researchers have focused their attention on how a voice is used, especially when vocal load is increased, during working hours for instance. The majority of studies in this regard have been performed by recording vocal parameters for brief periods with the aid of microphones. The first devices produced recorded only a few parameters and for relatively short periods of time, and since microphones were used there was a problem with both privacy and background noise such as the inclusion of voices from nearby people. Recently, microprocessors that can monitor a voice for an entire day have been developed; these use miniaturised accelerometers as vocal sensors. The latest commerciallyavailable version is the Ambulatory Phonation Monitor (APM) (KayPENTAX, Lincoln Park, NJ, USA) which can record several vocal parameters for over 18 hours and supply a series of graphic representations of the variations in these parameters during the recording period. In particular, the APM permits recording vocal load by measuring the cycle dose and distance dose, and evaluates vocal intensity (dB sound pressure level [SPL]), fundamental frequency and total phonation time. This report describes the APM, the use of an accelerometer as a vocal sensor, the importance of its calibration and the parameters it records. In particular, details are given on phonation time, variations in frequency, vocal intensity, phonation density and vocal dose. The role of the APM in voice studies is also described, in addition to its potential clinical applications as demonstrated by the few reports available in the literature. We also discuss our experience with the device in groups of euphonic and dysphonic elementary school teachers.
Riassunto
Il carico vocale gioca un ruolo significativo nel causare disturbi della voce ed influenzare la risposta al trattamento. Per questa ragione molti ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione su come viene utilizzata la voce soprattutto quando aumenta il carico vocale e quindi durante le ore lavorative. La maggior parte degli studi sono stati effettuati sulla base della registrazione di parametri vocali per brevi periodi utilizzando dei microfoni. I primi strumenti prodotti, registravano pochi parametri vocali solo per alcune ore e l’utilizzo di microfoni poneva problemi non soltanto di privacy ma anche problemi relativi al rumore di fondo ed alla voce di soggetti vicini. Recentemente sono stati sviluppati microprocessori capaci di monitorare la voce per l’intera giornata utilizzando come sensori vocali, accelerometri miniaturizzati. L’ultima versione prodotta e recentemente messa in commercio è l’Ambulatory Phonation Monitor (APM) (KayPENTAX, Lincoln Park, NJ), strumento capace di registrare diversi parametri vocali per oltre 18 ore e di fornire una serie di elaborazioni grafiche delle variazioni di tali parametri nel tempo di registrazione. In particolare l’APM permette di registrare il carico vocale attraverso la misurazione del “cycle dose” e del “distance dose”, stima l’intensità vocale (dB sound pressure level [SPL]), la frequenza fondamentale ed il tempo fonatorio totale. In questo lavoro viene descritto l’APM, l’accelerometro utilizzato come sensore vocale, l’importanza della sua calibrazione ed i parametri da esso registrati. In particolare verranno descritti il phonation time, le variazioni di frequenza e intensità vocale, la densità di fonazione ed il vocal dose. Inoltre verrà descritto il ruolo dell’APM nello studio della voce e le sue potenziali applicazioni cliniche sulla base sia dei pochi dati esistenti in letteratura, sia sulla base della nostra esperienza su gruppi di insegnanti eufonici e disfonici.