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Laryngotracheal stenosis treated with multiple surgeries: experience, results and prognostic factors in 70 patients

Trattamento delle stenosi laringo-tracheali: esperienze, risultati e fattori prognostici su 70 pazienti

A. Gallo, G. Pagliuca, A. Greco1, S. Martellucci, A. Mascelli1, M. Fusconi1, M. de Vincentiis1

Department of Surgical Biotechnologies and Science, Otorhinolaryngology Section; 1 Department of Sensorial Organs, Otorhinolaryngology Section, “Sapienza” University of Rome, Italy

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Summary

Laryngotracheal stenosis is a complex condition that usually requires multiple procedures to restore physiological respiration. The aim of this study was to evaluate the percentage of decannulation compared to different or multiple surgical treatments. We retrospectively reviewed the charts of 70 patients treated between 1990 and 2005 for laryngotracheal stenosis of various aetiology: iatrogenic stenosis (n = 55), post-traumatic stenosis (n = 11) or other causes (autoimmune disease, n = 3; diphtheria, n = 1). In order to maintain laryngotracheal patency, a Montgomery Safe-T tube was used in all patients as a single dilation treatment or associated with endoscopic and/or open-neck surgery. Fifty-four of the 70 patients (77.1%) were eventually decannulated; 39 of these (72.2%) underwent 3 or fewer surgical procedures, showing a significant difference compared to patients who underwent more than 3 surgeries (p = 0.00002). A total of 257 surgeries were performed. Only seven of 54 patients (13%) were decannulated after more than 5 surgical procedures. Patients over 60 years of age and with a higher grade of stenosis showed a significantly lower success rate (p = 0.0017 and p = 0.007, respectively). There was no significant correlation between the rate of decannulation and gender, aetiology, site of stenosis or surgery. Patients undergoing dilation for laryngotracheal stenosis usually require multiple procedures. The T tube plays an important role in the treatment of this pathology. However, if the tracheostomy is not removed within 3 surgical interventions, the odds of decannulating the patient decrease significantly, and additional surgeries may be of questionable therapeutic benefit.

Riassunto

Le stenosi laringo-tracheali sono condizioni complesse che richiedono generalmente ripetute e varie procedure chirurgiche prima di ottenere il ripristino di un’efficiente respirazione fisiologica. Lo scopo di questo studio è quello di valutare la percentuale di decannulazione in relazione al tipo ed al numero di interventi chirurgici eseguiti. Sono state analizzate le cartelle cliniche di 70 pazienti trattati tra il 1990 ed il 2005 per stenosi laringo-tracheale di varia eziologia: stenosi iatrogene (55 casi), stenosi post-traumatiche (11 casi), altre cause (malattie autoimmuni: 3, difterite: 1). Con lo scopo di mantenere la pervietà laringotracheale, un tubo T di Montgomery è stato utilizzato in tutti i pazienti come unico trattamento oppure in associazione con un trattamento endoscopico e/o per via esterna. Nella nostra casistica 54 pazienti su 70 (77,1%) sono stati definitivamente decannualati; 39 di questi (72,2%) sono stati sottoposti al massimo a tre interventi chirurgici mostrando una differenza statisticamente significativa rispetto ai pazienti sottoposti a più di 3 interventi (p = 0,00002). Sono stati eseguiti un totale di 257 interventi chirurgici. Soltanto 7 pazienti dei 54 decannulati (13%) hanno subito più di 5 interventi chirurgici. Pazienti con oltre 60 anni d’età e con un alto grado di stenosi presentano una più bassa percentuale di decannulazione (p = 0,0017 e 0,007 rispettivamente). Non è stata evidenziata un’associazione statisticamente significativa tra percentuale di decannulazione e sesso, eziologia, sede della stenosi e tipo di intervento chirurgico eseguito. In conclusione i pazienti sottoposti ad intervento di dilatazione di stenosi laringo-tracheale necessitano generalmente di ripetute procedure chirurgiche. Il tubo T di Montgomery gioca un ruolo importante nel trattamento di queste condizioni. L’analisi della nostra casistica suggerisce che, qualora non si riuscisse a chiudere il tracheostoma entro 3 interventi chirurgici, le probabilità di decannulare il paziente diminuiscono significativamente e l’esecuzione di ulteriori interventi potrebbe rappresentare un accanimento terapeutico.